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Il sole finto di Enza Ragusa - (seconda parte)

Con il cuore che batteva all'impazzata tirò fuori le altre due zampette ed uscì dalla tana. Quanto era grande lì fuori! C'erano foglie verdissime e strane appese a lunghi cosi che sembra-vano avere zampette e unghie. Con gli occhi sgranati per la meravi-glia fece i primi passi. Com'era mor-bido e fresco il terreno! E poi c'era acqua che scendeva in mezzo a delle rocce...e poi su, alto alto nel blu c'era una grande luce rotonda che sembrava lo seguisse.

Lupetto pensò fosse giorno e si allontanò dalla tana, ma oooooohh!!!!, d'un tratto il bosco si fece più fitto e intorno tutto divenne buio. Andò su e giù e girò in tondo, ma la luce non c'era più, solo buio fitto e neanche una voce lontana. Ma dov'era finito? Cominciò a piangere come un cucciolo. Piangeva e piangeva, ma la mamma non poteva sentirlo.I suoi occhi erano così pieni di lacrime che le foglie sembravano enormi, i contorni di tutte le cose diventavano più indistinti e il buio si faceva più fitto.

Ad un certo punto, quando a furia di piangere diventò tutto un tremore, sentì una vocina accanto a sé e vide due occhietti brillanti: "Ehi, cucciolo, cosa succede? Hai perso la strada? Non ti sarai mica confuso? Quella cosa che splende nel cielo si chiama Luna, e illumina solo quanto basta alle mamme lupe per andare in giro a cercar da mangiare: tu l'hai scambiata per il Sole, ma non devi aver paura. Quando sarai cresciuto un po' imparerai ad ululare nelle notti di luna e, quando ti sentiranno, tutti sapranno che un lupo sta giocando con la sua luce per non farla scomparire".

Poi Lupetto sentì dei passi ed un ululato sommesso non lontano: la Mamma! "Uuuuuuuhhhh", ululò Lupetto, e in un istante la mamma era accanto a lui, illuminata da un raggio di luna. Tornarono a casa insieme, e la mamma era tanto contenta di averlo ritrovato che, ancora una volta, non lo rimproverò. E Lupetto imparò a voler bene alla Luna.

 

 

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