Le vostre storie

 

Olivermax di Romi (sesta parte)

Una sera, proprio quando stavamo per staccare, passò una donna con una bambina, io dormicchiavo.
"È Oliver, mamma".
Non credetti alle mie orecchie. Spalancai gli occhi. Sonia! Sonia!
"Mamma, guarda, è lui! Mi ha riconosciuto, è lui!".
Ero quasi sotto choc, con le pupille dilatate e la coda che si muoveva come la pala di un ventilatore. Marina mi guardò.
"Ma che dici, tesoro? Oliver era marrone, questo è nero".
"Ma è lui. Vedi che si chiama Oliver? Oliver! Oliver! Dammi la zampa, Oliver!".
Mi sedetti concitato e le diedi la zampa.
"Tesoro, tutti i cani danno la zampa. Non vedi che questo è sporco, vecchio? Oliver era un cane giovane".
"Ma sono io Oliver!" mugolavo "Sonia, Sonia, sono io. Non sono vecchio, sono io! Non ti ho mai lasciato! Ti ho sempre

cercata!".
"Bambina" s'intromise quel dannato ubriacone "questo è il mio cane, ed è molto vecchio".
"Ma quando mai?!" sbraitavo "Ma quale tuo? Sonia, Sonia, guardami, sono io, sono il tuo Oliver!".
"Vedi, tesoro, il cane è del signore ed è molto vecchio!".
"NOOOOO! Sonia, non credergli, sono Oliver! Oliver, capisci? Quello che dormiva con te, che portavi giù al mattino a far pipì, quello che ti metteva il muso sulle ginocchia!".
"L'estate scorsa Oliver, il nostro cane, è scappato" confidò Marina all'omaccione.
"Nooo! Non sono scappato! Sonia, ti prego, Sonia ti prego, riconoscimi, ti prego".
"Forse hai ragione, mamma… Oliver era più chiaro…".

Ero incredulo. Possibile? Possibile che la stavano convincendo?
"E poi Oliver" riprese Marina "era tutto pulito, profumato. Questo qui è sporco, amore" schiacciò l'occhio al barbone "Vuoi portarti a casa un cagnaccio sporco e puzzolente?".
"No, mamma, hai ragione. Questo non può essere Oliver e poi è davvero molto sporco" si tappò il nasino "Andiamo via, mamma".
Marina fece scivolare tre monete nella ciotola e se ne andò tenendo Sonia per mano.
Mi lasciai cadere sul selciato. Mi misi a piangere. Tutto quello per cui avevo lottato, l'unica ragione per cui avevo trovato la forza di andare avanti, l'unica… non mi aveva riconosciuto, ero sporco e puzzavo per questo non mi aveva riconosciuto. Ma chi era Sonia? Io l'avrei riconosciuta tra mille, pure se fosse diventata povera o barbona o sporca o calva o senza denti. Pure se fosse diventata vecchia o inferma. L'avrei riconosciuta tra mille, l'avrei amata tra mille.
"Bastardo" mi disse a denti stretti il barbone "piantala di frignare o possono pensare che ti maltratto. Hai capito, idiota?"
.

Mentre dormiva, quella notte me ne andai. Sonia non esisteva più e la mia vita non aveva più senso. Entrai in una villa, mi cercai un posto appartato. Rimasi lì, senza nessuna voglia di mangiare, di bere, senza riuscire a dormire. Il giorno sorse ed io ero ancora lì, poi tornò la notte e ancora il giorno e ancora la notte per molte volte, non so quante. Io restavo lì, capace soltanto di consumarmi di lacrime.
Voglio scoprire se al mondo esiste almeno un umano davvero buono, coerente, fedele, mi dissi ad un certo punto. Esistono i cani buoni, i gatti buoni, gli uccellini buoni, i conigli buoni, forse esisterà anche un umano buono.
All'inizio
mi misi in cammino quasi senza rendermi conto di quello che avevo deciso.
Trascorsero molti, molti mesi. Incontrai ancora persone perfide e persone gentili, cani cordiali e cani arrabbiati,

gatti isterici e gatti calmi, fui aggredito ed aggredii, mi spezzai una zampa e mi tagliarono un orecchio, ogni tanto
ebbi qualcosa da mangiare e ogni tanto patii la fame e il freddo, ogni tanto soffrii la sete e boccheggiai per il caldo ma alla fine giunsi al mio traguardo.
Quanti anni avrò? pensai guardando il cielo stellato. Forse tre? Forse quattro? Che belle stelle e che bel mare tranquillo disseminato di lampare. Anche il mare sembra il cielo, un cielo capovolto pieno di stelle. E nel cielo dicono che stanno gli angeli, ma magari anche i cani, i gatti, gli uccelli, i topini, le lucertole, le formiche che non hanno mai imbrogliato il cuore degli altri.

Il pescatore mi riconobbe, ed io riconobbi lui.
"Woff! Woff! Woff!" lo salutai da lontano.
"Ehhhhhi…. Cane!! Cane, ma sei tu?" mi gridò stando in piedi su una barca.
"Sì" gli abbaiai "sono io".
"Ma sei proprio tu!" disse venendomi incontro."Sì che sei tu, cane! Ma dove sei stato? Ma che ti è successo? E la tua coda?E il tuo orecchio?".
"Lascia perdere" sibilai "è una storia lunga e dolorosa. Sei ancora dell'idea di mettere in giardino un cane pulcioso, puzzolente e, adesso, anche mutilato?".
Forse mi capì perché mi accarezzò (oh, da quanto tempo qualcuno non mi faceva una carezza) e mi disse: "Ora basta fare il vagabondo, amico. La mia casetta è bella e finita, sai? E un bel cane come te in giardino ci starà proprio bene.

Ora che la mia bambina sta per nascere, ci servirà uno come te che la difenda.
Aspetta un attimo". Si rivolse ai suoi amici, gridò: "Ohhhhh, ragazzi, non esco a pescare 'sta notte, vado a casa".
"Perché?" giunse dal mare "Che è successo?".
"Niente. Porto a casa il mio cane".
"Ma quale cane? Tu mica ce l'hai".
"Sì che ce l'ho!" e si volse a me "Non è vero?" mi schiacciò l'occhio, io gli diedi una zampa commosso.
"Però dobbiamo fare un bel bagno domani. Eri meno scuro, sai? E domani chiamiamo pure Gino, quello è meglio di un dottore. Ah, ah! Ti farò anche una bella cuccia di legno e ti comprerò un collare! Ma sai che bisognerà darti un nome? Vediamo un po'…… Nerone, Tom, Max. Max! Che ne dici di Max? Naaa, forse è meglio Frizz o Pablo o Bill o Ciccio, Ronni, Dick, Yuri……………………………………………………………… Max!!!! ".

fine

 

Vuoi scrivere anche tu una storia? Clicca qui!

Vuoi leggere le altre storie? Clicca qui!